attorniaménti – Simone Compagno

Tradizionalmente la ceramica è associata a una funzione pratica, ma qui questa concezione è stata messa da parte per dare risalto alle proprietà espressive dell’argilla. In questo caso l’unità espressiva è il filamento, ed è lasciata libera di fluire verso la definizione di una forma. Durante questo processo si possono creare intrecci, sovrapposizioni, oppure delle vere e proprie fusioni. Di tanto in tanto un filamento si trasforma in un dito, e, accompagnato da altri, va a formare il dorso di una mano. È noto che l’argilla si lavora con la pressione che le mani esercitano sulla sua superficie: sono le mani a cingerla in un abbraccio, a costringerla in una morsa, a modellarla con bramosia. Ritrarle in questo lavorio vuole alludere a un movimento senza fine, favorito magari da un tornio che gira in moto perpetuo.